Il 19 giugno, il giorno prima del compleanno di John Taylor (to’, guarda qui che bella coincidenza!), questo blog ha compiuto due anni di vita!

Due anni di racconti, pensieri, parole (tante, lo so! Il dono della sintesi non mi appartiene moltissimo e in ogni caso almeno qui, nel mio attico, voglio sentirmi libera di scrivere quanto voglio, senza timori).

Non ho sempre scritto quanto avrei voluto e potuto.
Spesso mi sono fatta prendere dalla pigrizia (vi ricordo ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che una delle mie massime aspirazioni sarebbe fare la vita da Michelasso), spesso dalla frenesia delle giornate che mi hanno portato in un batter di ciglia già a metà anno, senza che me ne sia praticamente accorta.
A volte avrei voluto scrivere, ma poi ho lasciato in bozza talmente tanto, che alla fine il contenuto del post era diventato scaduto, come lo yogurt (d’altra parte che io sia la reginetta del procrastinare l’avevo scritto, in uno dei post che ha suscitato più interesse). Così ho cancellato tutto, per ritrovarmi a tabula rasa.

Però quello che ho scritto mi piace.
Rileggo ogni tanto i miei racconti, per trovare eventuali refusi sfuggiti alle 999 revisioni che ogni volta per ogni pezzo faccio, e trovo che – liberissimi di contraddire – non siano così noiosi.

Proprio l’anno scorso, al compimento del 1 anno di blog, o subito dopo, ho deciso di dare vita alla sezione Hidden Princess and The Galgo, dove ho raccolto i racconti che parlano del Duca Conte di Bollate, alias Jordan, il nostro fantastico levriero spagnolo, e sono piaciuti molto.
Anche di lui vorrei scrivere di più.
Non tanto perché lo trovi simpatico da impazzire e perché sia diventato oramai parte più che integrante della nostra piccola famiglia, una parte insostituibile e carica di tenerezza, ma perché spero sempre  con i miei racconti di poter aiutare la causa veltrica e magari spingere qualcuno a prendere la decisione di adottare un galgo e farlo entrare nella propria vita. Ci spero sempre, perché assicuro che è un’esperienza bellissima e da cui mai e poi mai torneremmo indietro.
Ora che sono qui a scrivere, Jordan – che ha paura quando è in casa del vento, dei temporali, della corrente d’aria – è rifugiato sotto la scrivania ai miei piedi e per me è una dimostrazione incredibile di fiducia nei miei confronti: si fida di me e sa che lo proteggerò.

Qualche mese fa mi sono chiesta se la piega che aveva preso questo blog mi rispecchiasse.
Dopo tanta riflessione, pur consapevole che sia sempre tutto migliorabile, penso di sì.

Sono io, nel bene e nel male.

Sono io sempre, anche quando mi eclisso per settimane.
Sono io quando scrivo di getto e mi viene fuori il post che non ti aspetti, come quello dedicato alla “nonnitudine” di Simon Le Bon, The Glamfather, scritto in 10 minuti, di getto, sull’onda dell’emozione (e della disperazione, diciamolo). E piace tanto, tantissimo.
Mi ha così colpito vedere come un numero davvero notevole (per i miei piccoli canoni, ovviamente) di persone si sia ritrovata nelle mie righe. Un po’ mi ha consolato “Mal comune, mezzo gaudio”, ma tanto mi ha fatto riflettere.

Ecco, se riuscissi ogni volta a scrivere storie in cui qualcuno si possa ritrovare, sarebbe per me un onore.
E’ vero che ognuno ha la sua storia, ma le storie – mi hanno insegnato ad un corso di Corporate Storytelling che ho frequentato fino a poco tempo fa (un’esperienza bellissima) – hanno un potere universale.

Il mio buon proposito per il compleanno di Hidden Princess è proprio quello di riuscire a raccontare storie in cui vi possiate almeno in parte ritrovare.

Allora Buon Compleanno, Hidden Princess, e grazie a voi cari lettori per essere parte di questo piccolo mondo.

“Looking back she sees the pattern
Hidden princess in the attic
Realize this picture that
Is more than she will hope for
Happy when her heart is jumping
Desperately seeking something
Trying to be strong enough
To choose another road
Say goodbye
She’s not afraid of leaving
No-one by her side
Nothing to hang on
Wave goodbye
To everything familiar
There’s a world to find
Runway runaway just run away”

Runway runaway – Duran Duran