Wave goodbye
To everything familiar
There’s a world to find
Runway runaway just run away

Looking back she sees the pattern
Hidden princess in the attic
Realize this picture that
Is more than she will hope for

(Runway Runaway – Duran Duran)

 

Ebbene, si comincia! Giornata ideale, questa domenica 19 giugno.  C’è anche il sole, fatto abbastanza raro ultimamente qui nella zona di Milano e provincia.

Ho scelto un nome non facilissimo da ricordare e neanche da scrivere, me ne rendo conto, ma non ha molta importanza. Il significato in italiano è proprio quello che si legge nel titolo di questo primo post con cui dò ufficialmente il via alla nuova avventura, vale a dire “la principessa nascosta nell’attico”.

Ora, pare abbastanza chiaro che io non sia una principessa, né che abbia – ahime – un attico dove nascondermi. Però è come mi sento molte volte ed è un concetto molto ben espresso da un brano dei Duran Duran che amo follemente e che si intitola “Runway Runaway“, con tutta la sua energia ma allo stesso tempo un senso di leggerezza e spensieratezza che solo la l’idea della libertà (ri)conquistata ti regala: quando mi sento sotto pressione, vorrei davvero poter scappare, lasciarmi dietro le preoccupazioni e le ansie, per sentirmi di nuovo leggera. Purtroppo e per fortuna non è sempre possibile.

Allora mi rifugio nell’attico della mia immaginazione e mi ritrovo improvvisamente “libera come l’aria” (Lines docet!).

La mia non è una principessa sdolcinata, una bambolina delle favole. Non lo è, perché non lo sono io. E’ una principessa rock, piena di energia, che però spesso si fa abbattere dagli eventi, per poi riprendersi, grazie ad un buon senso dell’umorismo, soprattutto verso sé stessa, un discreto spirito di osservazione, voglia di condivisione.

Questo spazio che oggi si chiama blog, ma che io chiamerò attico, diventa il mio modo per mettere nero su video quello che mi frulla ogni tanto per la testa.

Ho pensato a lungo se dare davvero avvio a questo piccolo progetto personale. Ci ho pensato perché mi conosco: sono una dall’entusiasmo facile, che parte in quarta su ogni cosa, e poi con la stessa velocità facilmente si “smonta”.

Sono un’incostante. Lo sono in tutti gli aspetti della mia vita, o quasi. E un progetto così lo devi curare per bene, per farlo crescere. Non è mica come le piante che ho a casa, che hanno imparato a cavarsela da sole e solo proprio quando sono allo stremo si lamentano.

Inoltre, di blog al mondo ce ne sono milioni di milioni, alcuni fatti molto bene e diventati dei veri punti di riferimento per l’universo web, altri decisamente dimenticabili. Non è che arrivo io e porto l’innovazione e quello che non c’era. E d’altra parte non è neanche il mio “scopo”. Io uno scopo, a dire il vero, manco ce l’ho.

“Hidden Princess in the Attic” è una sorta di diario messo su web, un po’ quello che avevo da ragazzina. Un po’ come la Smemoranda delle superiori. Solo che non è fatto di carta, ma di schermate video bianche da riempire. E che magari potrebbe venire letto da quattro gatti, invece che da me soltanto. Ma anche venisse letto solo da me e dai miei parenti vicini e lontani, andrebbe bene lo stesso.

Perché mi piace scrivere, da sempre. Solo che l’avevo quasi dimenticato. Soffocata dalla routine, stavo dimenticando quanto mi sia sempre piaciuto farlo. Credo di essere stata sempre più brava ad esprimermi scrivendo che a “parole parlate”; quando parlo rischio di perdermi nelle mie contorte mappe mentali. Comincio un argomento e poi ce ne attacco un altro, perché all’improvviso mi viene in mente quel dettaglio che c’entra – ma anche no – con il tema principale. Morale, a volte neanche ricordo da dove ero partita. E chi mi ascolta neanche.

Scrivendo mi succede di meno :-), anche se riconosco di non avere un grande senso della sintesi neanche lì, come risulta del tutto evidente già in questa luuuuuunga sede: forse avrei dovuto fare la romanziera. D’altra parte, mi piacciono molto di più le belle storie lunghe 800 pagine piuttosto che i racconti brevi, che mi lasciano sempre quel senso di abbandono troppo presto.

Prima di cominciare sul serio, lasciatemi ringraziare chi mi ha aiutato ad arredare il mio piccolo rifugio, questo attico in cui nascondermi. Sono gli amici di Puzzle e di Sabdesign.

I primi hanno creato il look ed il logo di questo spazio. Il logo mi fa impazzire, lo trovo “azzeccatissimo”: sono io stilizzata, ma molto molto somigliante alla me stessa in carne ed ossa; in generale mi piace molto il modo in cui hanno saputo interpretare in immagine quello che è il mondo che frulla nella mia testa.

I secondi mi hanno aiutato a scegliere la formula migliore dal punto di vista tecnologico, io che con la tecnologia così d’accordo non vado.

Ad entrambi, GRAZIE!

Bene, allora si comincia: vado ad aprire la porta dell’attico, per dare avvio ufficialmente a questo blog (e nel frattempo ha ricominciato a piovere…)