Profumo di ricordi

A tutti credo sia capitato ben più di una volta nel corso di una vita di ascoltare una musica e sentirsi improvvisamente catapultati indietro nel tempo, ad un ricordo sopito di un’epoca della propria esistenza particolarmente significativo, nel bene o nel male.
A me succede spesso con la musica dei Duran Duran, ovviamente, ma anche tanto con alcuni brani della dance anni 90, a parer mio e forse perché quell’epoca per me è stata la più scatenata, la più bella dance in assoluto. Si balla ancora tanto, da quello che so, e alcuni brani sono diventati così iconici dell’epoca che credo sia impossibile verranno mai dimenticati.
Alcune note in particolare mi pungolano inclementi il cuore, riportandomi a momenti miliari tra i miei 20 e 30 anni. Momenti significativi e ahimè non sempre felici; forse proprio per questo, quelle note mi travolgono ancora, con un’ondata di emozioni che ora riassaporo con il giusto distacco e una punta enorme di malinconia.

Io detesto la malinconia.
Mi accompagna da sempre, fin da piccina. Soprattutto le sere d’estate, soprattutto prima del tramonto; quella necessità impellente di piangere,  senza un motivo.
Una tristezza che non ha un perché e se lo ha è talmente atavico che proprio non è spiegabile.
La malinconia è struggente e io di struggermi mi sono stancata. Per cui, quando arriva cerco di cacciarla subito.
Spengo la musica tiranna e cerco di pensare ad altro.

Ci sono però suoni che ancora oggi mi piace immensamente riascoltare, che mi rendono nostalgica, non malinconica.

Turisti per galgo

“Nella casa in cui vivo ormai da un anno e mezzo c’è una stanza dove mi rifugio quando ho voglia di starmene tranquillo o se ho paura del temporale (e io ho dei temporali non ho paura; ho terrore!). Credo si chiami cameretta, quella stanza, o anche “gran casino”, come lo chiama il papy.

Su una mensola sopra la scrivania nella suddetta cameretta/gran casino, c’è una foto che ogni tanto mi soffermo ad osservare.
Ritrae due tipi con in testa due specie di scodelle capovolte, in sella ad uno scooter. Mi pare di aver capito che siano i miei Umani e che la foto sia stata scattata qualche anno fa in Sardegna, durante le vacanze. Sono entrambi sorridenti, abbronzati e sembrano due “pirati”. Ogni tanto la mamy rimira la foto e si lascia scappare un “Ehhhh, vacanze in scooter addio!“, ma senza particolare rammarico, anzi tutte le volte si gira poi verso di me e mi rifila una carezza.

O O O Occhi di galgo

Che Jordan sia un aitante fustacchione su 4 zampe affusolate credo sia ormai cosa risaputa anche in Papuasia Nuova Guinea.

7 mesi fa quando l’abbiamo adottato non sapevamo di aver accolto in famiglia una specie di rockstar e che noi ne saremmo diventati le bodyguard, ma in effetti è proprio così che funziona: quando siamo in giro con lui, si voltano tutti ad ammirarlo.

Alto, longilineo, muscoloso, elegante e sinuoso nelle movenze senza forzature. Visto da dietro camminare dinoccolato con il suo manto color cannella ricorda un leone della savana. Peccato che soffra talmente il caldo che nella savana non potrebbe resistere neanche 5 minuti.

Una signora qualche giorno fa ai giardinetti mi ha detto che sembra un indossatore. In realtà ha detto “un’indossatrice”, prima di identificarlo come maschietto.