A me sinceramente della Pasqua non importa granché. Non la sento come sta gran festa, ma tant’è.

E se della festa non mi importa molto, figuriamoci se mi importa scriverci su un pezzo.
Non avrei molto da dire. Ma d’altra parte, è un periodo un po’ così. Non ho molto da dire in generale.

Ho cominciato a scrivere di ricordi.
Ricordi e profumi.
Ricordi e musica.
Ma non trovo l’ispirazione migliore, il taglio giusto, e allora, invece di scrivere tanto per farlo, aspetto.
Aspetto che arrivi l’idea.

In realtà, l’idea ce l’ho in testa, so benissimo cosa voglio dire; è il come voglio dirla, che mi sfugge.

Sostanzialmente, un po’ come i pittori, devo trovare “l’ispirazione”.
Mi capita spesso: comincio a digitare sulla tastiera, ma non sento la “corrente” giusta. Scrivo tanto per scrivere, ma so che non ci siamo. Lo so, perché mi fermo ogni due secondi, sbaglio a digitare, torno indietro, mi fermo. Vuol dire che sto facendo tanto per fare, ma che non ci sono dentro sul serio.
Quando sono “ispirata”, non riesco ad arrestarmi. Rincorro i pensieri, che sono più veloci delle dita sulla tastiera. E quando mi devo fermare per correggere i refusi, sono così veloce e concentrata sull’idea, che ogni stop lo trovo un’enorme scocciatura, un ostacolo verso la meta.
Ma purtroppo l’ispirazione non è che la compri al supermercato, se no sarebbe molto facile.

In realtà, va meglio così per tutti, anche per voi, cari lettori: se fossi sempre ispirata, scriverei venti post al mese. Che rottura: una vera persecuzione!
Invece così, scrivo quando me la sento, senza ansia da prestazione.
Certo, magari un pochino più di costanza non sarebbe male, ma non ci riesco; non riesco a forzarmi. Quando lo faccio, il risultato mi nausea e mi sto sulle balle da sola. Si capisce lontano un km, quando ho scritto tanto per fare. Il testo manca di nerbo e a rileggerlo si sente che è vuoto.

Così, per il momento rimando il pezzo sui ricordi e la musica, i ricordi e i profumi. Immagino non sia difficile capire di cosa tratterò.
A tutti penso sia capitato di ascoltare un brano e sentirsi catapultare improvvisamente indietro nel tempo, anche di molti anni.
A me succede con la musica dei Duran Duran, ma anche con la dance degli anni 90, per me la più bella in assoluto, forse perché li ho vissuti così appieno.
Ancor più che la musica, però, per me è il profumo la vera bacchetta magica (o tragica) che mi permette di tornare ai tempi che furono, di rivivere improvvisamente momenti che ho amato o odiato, di essere di nuovo al centro di una scena che mai avrei voluto vivere o che al contrario vorrei rivivere altre mille volte ancora.

Scriverò di questo, prima o poi. Devo solo trovare la chiave giusta.

Nel frattempo, visto che l’ispirazione non arriva, Buona Pasqua a tutti, anche a quelli che della Pasqua, come a me, non importa un granché.